San venanzo
Il territorio
Compresa fra Orvieto, Perugia e Todi l’area del comune di San Venanzo si estende per oltre 169.000 ettari al confine fra le due province umbre.
Il paese assume una particolare forma e se si guarda dall’alto è visibile la sua sagoma ad anello che preannuncia una singolare curiosità.
San Venanzo è infatti adagiato sopra il cratere di uno dei tre vulcani che ne caratterizzano la storia ed il territorio.
Un’area vulcanica composta da un cratere maggiore- quello appunto dove si è sviluppato il paese di San Venanzo- a cui si affiancano altri due di più piccole dimensioni.
La consapevolezza di questa caratteristica è nota agli abitanti solo dalla fine dell’800, quando la Famiglia Faina finanziò gli studi della roccia che si rinveniva nell’area e che oggi ha preso il nome del paese stesso: la Venanzite. Per approfondire si può far visita al Museo e al Parco vulcanologico: i due siti dedicati alla scoperta della peculiarità del territorio di San Venanzo.
La storia
San Venanzo oggi
Il paese di San Venanzo si trova esattamente a metà strada fra Perugia e Orvieto: attualmente è sulla via principale, la ex- provinciale 317, che si sviluppa la vita commerciale. Una grande scalinata accompagna invece nel centro storico dov’è presente il “monumento ai caduti” a ricordo dei cittadini sanvenanzesi morti durante le due grandi guerre.
Arrivati in cima è subito visibile il palazzo che ospita il Museo Vulcanologico* situato in Piazza Roma.
A fianco, scortato dai palazzi che lo cingono, si trova l’ingresso al Parco Comunale di Villa Faina, sede del municipio, dove svetta l’antica torre che domina il paese insieme a quello che oggi è un laghetto ovvero i resti della chiesina dedicata a Santo Venanzio.
Se si prosegue la visita del parco e si esce dal secondo cancello che apre le mura di cinta, si possono trovare gli edifici del polo scolastico del comune: l’istituto omnicomprensivo che ospita la scuola dell’infanzia e primaria.
Proseguendo la via “del boschetto” si costeggiano le antiche mura del palazzo comunale e la piccola radura a ridosso del paese, si arriva alla Chiesa Parrocchiale, dedicata a Santo Venanzio, patrono del borgo; a pochi metri di distanza invece quella dedicata alla Madonna Liberatrice che conserva un affresco che la raffigura risalente al XVI secolo.
A circa tre chilometri dal centro del paese si trova un piccolo “polo sportivo”: la piscina comunale e lo stadio “Aldo Pambianco” entrambi circondati dalle pinete.
Nel mezzo, facendo una piccola deviazione della ex-provinciale 317, si può visitare il Parco Vulcanologico*: un percorso ad anello di circa un chilometro che permette di entrare- letteralmente - nella colata lavica di venanzite generata dall’eruzione di uno dei tre vulcani di San Venanzo.
San Venanzo e la Famiglia Faina
La particolare collocazione del territorio rese San Venanzo appetibile e sede di duri scontri nel tempo per determinarne l’egemonia.
A partire dall'anno 1290 appartenne ai Monaldeschi di Orvieto e ne seguì le sorti fino al prevalere del dominio della Chiesa (XVI secolo).
San Venanzo rimase compreso nel territorio di Orvieto fino al 1929 quando divenne comune autonomo inglobando quello di San Vito.
Alla fine del 1700 è l’arrivo della Famiglia Faina che ne determina la storia e la conformazione, anche architettonica.
L’antico borgo medievale lascia il posto a “Villa Faina” : la residenza della famiglia circondata da splendenti giardini proprio sulla sommità di San Venanzo e che oggi è la sede del municipio.
La storia della famiglia Faina rimarrà intrecciata a quella del paese fino all’epoca moderna. Negli attuali “giardini comunali di Villa Faina” si svolgono le principali manifestazioni ed eventi del territorio.